sabato 1 dicembre 2007
Watergate
Le famosissime fontanelle di Roma. Ma quante saranno in tutto? L'idea di trovare un nasone in ogni punto della città fa sicuramente comodo, ma quanti litri di acqua vengono sprecati ogni giorno? Se si provvedesse a fornire le fontane di erogatori? E poi, questi nasoni, saranno tutti indispensabili?
giovedì 29 novembre 2007
sabato 24 novembre 2007
Tor di Quinto dopo l'uccisione di Giovanna Reggiani
Il video che abbiamo girato a Tor di Quinto dopo lo sgombero del campo rom.
martedì 20 novembre 2007
L'aborto selettivo in Cina
Le immagini che seguono sono estremamente dure, ma è doveroso mostrarle perchè fatti così gravi non possono e non devono passare inosservati.
Il mondo deve sapere, la gente deve essere informata di quanto accade in Cina, di come possa disumanamente divenire normalità il disprezzo per la vita.
Una bimba appena nata giace morta sotto il bordo del marciapiedi, nella totale indifferenza di coloro che passano.
La piccina è solo un'altra vittima della politica crudele del governo cinese che pone il limite massimo di un solo figlio nelle città (due nelle zone rurali), con aborto obbligatorio.
Nel corso della giornata, la gente passa ignorando il bebè.
Automobili e biciclende passano gettando fango sul cadaverino.
Di quelli che passano, solo pochi prestano attenzione.
Le neonate fanno parte delle oltre 1000 bambine abbandonate appena nate ogni anno, in conseguenza della politica del governo cinese.
L'unica persona che ha cercato di aiutare questa bambina ha dichiarato: "Credo che stesse già per morire, tuttavia era ancora calda e perdeva sangue dalle narici."
Questa persona ha chiamato l'Emergenza però non è arrivato nessuno.
"Il bebè stava vicino agli uffici fiscali del governo e molte persone passavano però nessuno faceva nulla...
Ho scattato queste foto perchè era una cosa terribile...
I poliziotti, quando sono arrivati, sembravano preoccuparsi più per le mie foto che per la piccina..."
In Cina, molti ritengono che le bambine siano spazzatura.
Il governo della Cina, il paese più popoloso del mondo con 1,3 miliardi di persone, ha imposto la sua politica di restrizione della natalità nel 1979.
I metodi usati, però, causano orrore e sofferenza: i cittadini, per il terrore di essere scoperti dal governo, uccidono o abbandonano i propri neonati.
Ufficialmente, il governo condanna l'uso della forza e della crudeltà per controllare le nascite; però, nella pratica quotidiana, gli incaricati del controllo subiscono pressioni tali allo scopo di limitare la natalità, che formano dei veri e propri "squadroni dell'aborto".
Questi squadroni catturano le donne "illegamente incinte" e le tengono in carcere finchè non si rassegnano a sottoporsi all'aborto.
In caso contrario, i figli "nati illegalmente" non hanno diritto alle cure mediche, all'istruzione, nè ad alcuna altra assistenza sociale. Molti padri vendono i prorpi "figli illegali"ad altre coppie, per evitare il castigo del governo cinese.
Essendo di gran lunga preferito il figlio maschio, le bambine rappresentano le principali vittime della limitazione delle nascite.
Normalmente le ragazze continuano a vivere con la famiglia dopo il matrimonio e ciò le rende un vero e proprio peso.
Nelle regioni rurali si permette un secondo figlio, ma se anche il secondo è una femmina, la cosa rappresenta un disastro per la famiglia.
Secondo i dati delle statistiche ufficiali, il 97,5% degli aborti è rappresentato da feti femminili.
Il risultato è un forte squilibrio di proporzioni fra popolazione maschile e femminile. Milioni di uomini non possono sposarsi, da ciò consegue il traffico di donne.
L'aborto selezionato per sesso sarebbe proibito dalla legge, però è prassi comune corrompere gli addetti per ottenere un'ecografia dalla quale conoscere il sesso del nascituro. Le bambine che sopravvivono finiscono in precari orfanotrofi.
Il governo cinese insiste con la sua politica di limitare le nascite e ignora il problema della discriminazione contro le bambine.
Alla fine,un uomo raccolse il corpo della bambina, lo mise in una scatola e lo gettò nel bidone della spazzatura.
venerdì 26 ottobre 2007
Viva la libertà di espressione!
Un tipico esempio di LOCAL che diviene GLOBAL.
2007. Terzo millennio d. C. L'uomo esplora lo spazio, la vita quotidiana è sempre più intrisa di ritrovati tecnologici, la scienza compie passi da gigante ma, come risulta evidente dal video, non sempre viene garantita una delle libertà fondamentali ed inalienabili dell'uomo: la libertà di espressione... e se pensiamo che l'episodio in questione ha avuto luogo proprio negli democraticissimi Stati Uniti, i promotori del rispetto dei diritti umani nel mondo, il paese che più di tutti si fa protagonista dell'ingerenza negli affari interni di paesi accusati di violazioni varie... ci sarebbe da rimanere sbalorditi.
Uno strumento alla portata dei più, un semplice cellulare, ha permesso ad uno studente americano di filmare quanto accaduto ad un suo collega universitario e di far conoscere al mondo intero l'arresto di un giovane, accusato (?) di aver posto una domanda "scomoda".
Un episodio che il candidato e la polizia avrebbero voluto far finta non fosse accaduto ma che, grazie ad un telefonino e ad internet (you tube e catena di sant'antonio via e-mail) è stato ampiamente diffuso, creando sconcerto negli spettatori!
sabato 20 ottobre 2007
Nell'era della Globalizzazione Internet rivalorizza il "local"
In un mondo il cui leitmotif sembra essere diventato l'omologazione, in cui le informazioni diffuse a livello nazionale trovano sempre più spazio per accogliere cronaca rosa, pettegolezzi e prelibatezze culinarie, con stupore notiamo la ricomparsa (sul Web) delle storie che permeano il quotidiano. Le conoscenze informatiche necessarie per rendere pubbliche le nostre opinioni, video e clips sono minime, gli strumenti indispensabili facilmente reperibili ed economici.
Il mondo dell'informazione, che ci "impone" su quali notizie focalizzare l'attenzione e, molto spesso, suggerisce l'angolatura da cui farlo, cresce e si evolve grazie all'ausilio di mezzi, le nuove tecnologie, che sono oggi alla portata dei più e che ci consentono di far conoscere la nostra voce, catturando, potenzialmente, l'attenzione di un elevatissimo numero di persone.
Come testimonia il video girato all'interno del quartiere torinese di San Salvario, chiunque voglia sottoporre all'attenzione altrui come si svolge la vita nel proprio quartiere, i problemi da fronteggiare e cercare di risolvere, può farlo con estrema facilità. E a quanti ritengono che informazioni così "locali" possano non interessare al pubblico di Internet rispondono le cifre, risponde il numero di visitatori la cui attenzione è stata catturata dalle inchieste "confezionate in casa".
Stanchi di un'informazione poco attenta alle storie comuni, il Web 2.0 sembra essere la soluzione ai nostri problemi: basta essere al posto giusto nel momento giusto e con la batteria del cellulare carica!